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RISTORANTI FAI DA TE FUORILEGGE, ANCHE IL MINISTERO LO CONFERMA

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Gli “home restaurant” sono a tutti gli effetti attività economiche e devono quindi rispettare tutte le norme sulla somministrazione di alimenti e bevande. Soddisfatto il presidente provinciale Fipe, Sergio Zuin

Torniamo su un argomento attuale che sta molto a cuore alle attività di somministrazione: quello dei ristoratori improvvisati che cucinano e ricevono ospiti a pagamento al proprio domicilio. Nei giorni scorsi il Ministero dello Sviluppo Economico ha definito i cosiddetti home restaurant “attività economiche in senso proprio” e quindi soggette alla normativa che regola la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. “L’attività -precisa la risoluzione n.50481 del Ministero –anche se esercitata solo in alcuni giorni dedicati e tenuto conto che i soggetti che usufruiscono delle prestazioni sono in numero limitato, non può che essere classificata come un’attività di somministrazione di alimenti e bevande,  in quanto anche se i prodotti vengono preparati e serviti in locali privati coincidenti con il domicilio del cuoco, essi rappresentano comunque locali attrezzati aperti alla clientela. Infatti, la fornitura di taòo prestazioni comporta il pagamento di un corrispettivo, quindi, anche con l’innovativa modalità, l’attività si esplica quale attività economica in senso proprio”.

“Ben venga l’innovazione, purché nel rispetto delle regole -dice Sergio Zuin, presidente provinciale della Federazione Pubblici Esercizi-. La risoluzione del Ministero non lascia spazio a dubbi e interpretazioni: a parità di attività ci vuole parità di regole, di tributi e di obblighi. Non è infatti ammissibile -prima di tutto per la sicurezza dei cittadini- che ci possano essere modalità diverse di fare ristorazione: da un lato quelle soggette a norme e prescrizioni rigorose a tutela della qualità e della salute; dall’altro quelle senza vincoli, senza controlli, senza tasse, senza sicurezze igieniche”.

 

E a chi sostiene che gli home restaurant sono innovazione e futuro, che cosa ribatte? “Dico semplicemente che il settore della ristorazione è sempre più attento e aperto a innovare e a sperimentare nuove formule, come dimostrano le migliaia di imprese che si sono conquistate la fiducia e l’apprezzamento dei clienti -risponde il presidente Zuin- Ben vengano nuove idee e nuovi modi di fare questo mestiere,ma nel corretto spirito imprenditoriale, con trasparenza e lealtà. Capisco che nella difficoltà di trovare lavoro oggi si cerchino strade alternative e a basso investimento, ma non si può accettare l’abusivismo come ammortizzatore sociale. Per questo la nostra Federazione sarà attentissima  a segnalare tutti i casi di “home restaurant” di cui si venisse a conoscenza nella nostra provincia”.

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