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CANI NEI RISTORANTI? SI’, MA NON E’ UN OBBLIGO

Eventi ed iniziative
Il titolare può negare l’accesso ai cani nelle attività di somministrazione, salvo i cani guida dei non vedenti, che possono entrare dovunque

 

Non ci sono controindicazioni di carattere igienico-sanitario all’ingresso dei cani nelle attività di somministrazione (bar, ristoranti, pizzerie, ecc.), purché siano condotti al guinzaglio e dotati di museruola. È questa la grande novità annunciata dalla Federazione italiana pubblici esercizi. Le regole sono riportate nel Manuale di corretta prassi operativa per ristorazione, gastronomia e pasticceria realizzato dalla stessa Fipe con il Ministero della salute.  

I funzionari e gli addetti ai controlli delle Asl  non potranno, quindi, fare multe per la presenza degli animali dotati di guinzaglio e museruola e le Amministrazioni comunali non potranno adottare ordinanze che limitano la circolazione degli animali nei pubblici esercizi.

Attenzione, però. La libertà di circolazione è ammessa solo se il proprietario dell’attività è d’accordo: i gestori che ritengono inopportuna la presenza di animali nei propri locali possono continuare a esporre un cartello con la frase “Vietato l’ingresso ai cani” oppure “Io resto fuori” con il disegno del cagnolino.

Non è, quindi, corretto quanto è stato riportato, nei giorni scorsi, da alcuni organi di informazione che sostenevano come fosse, comunque, un obbligo far entrare i cani nelle attività di somministrazione.

E’ anche il caso di precisare che i supermercati e le attività alimentari non rientrano nella liberalizzazione, per cui quando si fa la spesa gli animali devono aspettare fuori. L’unica eccezione riguarda i cani dei non vedenti per i quali l’ingresso è sempre libero dappertutto.

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